IMPARARE AD ALLENARE: ISTRUZIONI PER
L’USO
Chiunque smetta di imparare è vecchio, che abbia venti od
ottant’anni.
Chiunque continua ad
imparare resta giovane.
La più grande cosa nella vita è mantenere la propria mente
giovane.
(Henry Ford)
(Henry Ford)
Nei contesti sportivi delle diverse federazioni
e dei diversi enti di promozione sportiva, sono molte le attività e i corsi
dedicati alla formazione di nuovi allenatori, giovani, entusiasti, vogliosi di
apprendere e di trasmettere la propria passione a chi si avvicina al loro
mondo.
Non so se
avete presente i programmi di questi corsi formativi, tanto tempo è dedicato
allo sviluppo delle competenze tecniche, vengono presentate metodologie nuove di
allenamento, nuove sperimentazioni per favorire lo sviluppo di alcuni
movimenti tecnici o nuovi attrezzi che migliorino la prestazione o favoriscano
il raggiungimento di un gesto nel minor tempo possibile.
Vengono
trasmesse anche competenze di primo soccorso utili in quanto, parlando di
sport, l’infortunio è dietro l’angolo, bisogna essere in grado di gestire
situazioni a cui si potrebbe assistere frequentemente in palestre o campi da
gioco, minimizzando la possibilità di peggiorare le lesioni.
Fortunatamente
vengono date anche nozioni di psicologia che prendono in
considerazione alcuni pilastri dell'universo psicologico legati allo sport e alle prestazioni degli
atleti.
Alcuni dei temi più trattati sono:
·
FASI
DELLO SVILUPPO COGNITIVO, quasi sempre viene preso in considerazione Piaget
e i suoi lavori sugli stadi di sviluppo operativi, ognuno fondamentale per riuscire ad
acquisire quello successivo,sono:
-
Stadio senso-motorio (0-2 anni) utilizza riflessi e
schemi motori elementari, il bambino comincia a sviluppare la capacità simbolica
tramite il gioco;
-
Stadio pre-operatorio (2-6 anni) il bambino impara
per analogie generalizzando le proprie conoscenze;
-
Stadio operatorio concreto (6-12 anni) i bambini cominciano a
compiere operazioni logiche;
-
Stadio operatorio formale (da 12 anni in poi) il
bambino inizia a ragionare per ipotesi e tramite pensieri astratti.
·
AUTOSTIMA
e AUTOEFFICACIA, autostima come rapporto tra sé ideale e sé
percepito, cioè l’idea di come l'individuo vorrebbe essere e di come invece percepisce di
essere,rapporto tra successo e aspettative (William James 1890); autoefficacia
come fiducia che ogni persona ha di ottenere gli effetti voluti con le proprie
azioni.
·
COMUNICAZIONE
VERBALE E NON VERBALE come base dell’essere allenatori,saper interagire con
i diversi protagonisti e con i molteplici contesti che si snodano intorno alla realtà sportiva.
·
MOTIVAZIONE come processo
di attivazione dell’organismo finalizzato alla realizzazione di un determinato
scopo in relazione alle condizioni ambientali.
·
e cosa più importante il DIVERTIMENTO che non deve mai essere messo da parte quando ci si
interessa alla pratica di uno sport.
L’interesse per la sfera psicologica è aumentato negli
ultimi anni, tanto da richiedere l’intervento di molti psicologi specializzati
nella sfera sportiva che supportino la formazione dei tecnici a gestire il
proprio ruolo ed a migliorarlo.
Vi consiglio di fare un giro sui diversi siti delle
Federazioni sportive, del CONI e di tutti gli enti di promozione sportiva per
capire e magari trovare percorsi formativi adatti a voi, avendone frequentati
alcuni non posso far altro che dirvi quanto mi siano stati utili sia a livello
personale che lavorativo, fare attenzione a queste piccole cose ci migliora
come persone ma soprattutto ci migliora come allenatori!
Buona
ricerca
Veronica Cusa
Fonti:
· Albert
Bandura A. , (1997, ed. it. 2000). Autoefficacia:
teoria e applicazioni
· Alessandro Perissinotto. “Sport e comunicazione.
Teorie, storia e scenari”, Mondadori Università, Milano, giugno 2012, p.3
·
Anolli
L., Legrenzi P., (2001). Psicologia generale , Il mulino, Bologna
· Piaget J., (1964). Lo
sviluppo mentale del bambino e altri studi di psicologia. Einaudi, Torino 1967
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