giovedì 10 marzo 2016

I NEURONI SPECCHIO E L'APPRENDIMENTO

L'apprendimento per osservazione

Alberto Bandura attraverso la teoria dell’apprendimento sociale mise in luce che l’apprendimento non implichi solamente il contatto diretto con gli oggetti, ma che possa avvenire anche attraverso esperienze indirette come l’osservazione. Il modelling che è un processo di apprendimento che si attiva quando il comportamento dell’osservante si modifica in funzione del comportamento di un altro individuo che ha la funzione di modello.
L’apprendimento vicariante (o tramite osservazione), permette di imparare ed assimilare molte azioni non tramite spiegazioni verbali che spesso non sono soddisfacenti; nello sport questo è uno dei metodi di insegnamento più utilizzati semplicemente  facendo osservare come dev’essere svolto un determinato esercizio o schema. 

La scoperta dei neuroni specchio

Nei primi anni ’90 il neurofisiologo Giacomo Rizzolatti insieme alla sua equipe stava studiando i neuroni motori nell’area premotoria F5 del lobo frontale nella scimmia macaco, e notò che alcuni neuroni si attivavano nell’atto di strappare, tenere o afferrare degli oggetti ma non si attivavano se quel dato movimento non era finalizzato ad un determinato scopo. All’interno di quest’area sono stati localizzati dei neuroni appartenenti ad una classe specifica che si attivavano nel momento in cui la scimmia esegue delle azioni finalizzate ad un obiettivo specifico (es. afferrare una banana per cibarsi) e anche quando la scimmia osserva la stessa azione compiuta da terzi, che siano scimmie o sperimentatore. La capacità di questi neuroni di attivarsi all’interno del cervello per riflesso anche se l’azione viene svolta da un altro soggetto ne ha comportato il nome con il quale sono stati identificati, ovvero “mirror neurons o neuroni specchio”.

Durante l’osservazione di un’azione i neuroni specchio inducono l’attivazione del medesimo circuito nervoso addetto all’esecuzione dell’azione, e questa scoperta è stata collegata alla capacità di poter capire le azioni e intenzioni degli altri. L’osservazione attiva automaticamente una simulazione della stessa azione e grazie ad essa si può comprendere. I neuroni specchio sono situati nella corteccia pre-motoria frontale e nel lobo parietale; hanno la caratteristica di essere multimodali in quanto si attivano sia a livello visuale sia motorio quando osserviamo o compiamo in prima persona un’azione. Per studiare i neuroni specchio nell’uomo sono stati utilizzate tecniche non invasive di neuroimaging quali: Fmri (risonanza magnetica funzionale), TSM (stimolazione magnetica transcranica e la PET(tomografia a emissione di positroni. Nell’uomo le aree dove risiedono i neuroni specchio sono l’area 40 di Brodmann-Pf nel lobo parietale inferiore, l’area 44di Brodmann-Broca nel lobo frontale e l’area 45-corteccia premotoria adiacente. Essi si attivano con l’ascolto di frasi descriventi le azioni e attraverso il contatto tattile visivo/uditivo (tettamanti et al.2005, Gallese 2007), oltre ad essere fondamentali nella comprensione delle emozioni degli altri e nell’apprendimento per imitazione.


Bibliografia:
  • Psicologia Generale, D.L.Schacter, D. T. Gilbert, D. M. Wegner, Zanichelli, 2014, 5 ristampa, Bologna;
  • Giacomo Rizzolati e Lisa Vozza, 2008, Nella mente degli altri, Bologna



Alberto Fiaschè

Nessun commento:

Posta un commento