giovedì 10 marzo 2016

ALLENARE LA MENTE, NON SOLO IL CORPO

“Una volta conseguito un discreto livello di preparazione fisica, tutto il resto sta nella mente”.
                                   Nick Faldo

Allenare gli aspetti mentali di un’atleta ormai è un fattore fondamentale per raggiungere i propri obiettivi.


Il binomio mente corpo è consolidato dai tempi degli antichi che già avevano colto l’importanza di saper lavorare in armonia incrementando sia il fisico sia la mente di una persona. L’armonia richiama l’equilibrio, la pace con sé stessi quindi per rendere oltre i propri limiti per un atleta professionista e non, c’è bisogno di allenare con cura e costanza anche la fase mentale dello sport. 
Ormai nello sport professionistico allenare il corpo non basta più, bisogna allenare in modo costante e ottimale anche la fase mentale.

In che modo? 

Per esempio utilizzando tecniche di visualizzazione, il self talk, oppure attraverso l’ausilio delle ultime tecnologie come la realtà aumentata o la realtà virtuale. Gli aspetti mentali influenzano moltissimo la prestazione sportiva attraverso il livello della motivazione in ciò che si sta facendo, nell’autostima e nell’equilibrio con sé stessi, raggiungibile attraverso il biofeedback che serve per automonitorare il proprio corpo a seconda dei segnali che ci invia. 


Uno sportivo vive sempre dei momenti decisivi dove a volte il corpo è stanco ma la mente dev'essere lucida e controllare minuziosamente il corpo affinché riesca nel proprio corpo. 

Come fa un giocatore di basket a tirare all'ultimo secondo di una partita sapendo che se sbaglia la partita andrà persa, e se invece farà canestro la sua squadra vincerà?

Come fa un tuffatore all'ultimo tuffo a realizzare tutta la sequenza in modo corretto tenendo a mente tutti i passaggi che deve eseguire?

Come fa un golfista a essere tanto concentrato nel colpire una pallina o un tennista a rimanere calmo durante un tie-break?

Non è solo una questione fisica, è soprattutto una questione mentale. La testa fa tutto, il controllo della mente sul corpo fa la differenza tra i campioni e coloro che sono forti ma non arriveranno mai a vincere sempre ed essere determinanti per le loro sorti sportive. 

Prendo come esempio Micheal Jordan, il più forte giocatore di tutti i tempi di basket, non solo per la tecnica ma soprattutto per la sua grandissima tenacia e perseveranza nella ricerca della perfezione. Qui di seguito troverete il video della sua ultima azione con la quale consegno la vittoria del titolo NBA del 1998 ai suoi Chicago Bulls contro gli Utah Jazz.
Buona visione!




Alberto Fiaschè





bibliografia:


  • Binari S., Psicologia dello sport – una visione strategica, ed. Bradipolibri, 2013
  • Cei A., Psicologia dello sport, il Mulino, 1998









Nessun commento:

Posta un commento