giovedì 10 marzo 2016

FLOW E MEDITAZIONE

IL FLOW

Un termine che ultimamente sentiamo usare molto spesso, 
ma cosa significa in psicologia? 




Il termine Flow fu utilizzato nel 1975 da Mihály Csíkszentmihályi uno dei propulsori della psicologia positiva, per descrivere la sensazione che vive un individuo nel momento in cui vuole raggiungere un determinato obiettivo prefissato e in lui regna l’armonia mentale che gli favorisce la riuscita del compito. E’ giusto specificare che non è importante l’esito del compito ma che il soggetto possa trarre piacere nel compiere quella determinata azione. Quando siamo totalmente coinvolti in un’attività che ci piace per davvero, esempio un giocatore mentre gioca al suo sport preferito, un musicista con il proprio strumento, capita che ci si senta estraniati dal contesto nel quale stiamo vivendo e che si viva come se fossimo “mentalmente assenti” o dentro una bolla nella quale si perde la misura del tempo”. Questa situazione porta uno stato di benessere, a volte che sfocia addirittura in entusiasmo smodato. Durante il periodo di flusso l’individuo pensa totalmente con corpo e mente a ciò che sta facendo senza pensare a eventi precedenti o successivi così da non esserne condizionato, la concentrazione prende il sopravvento su ogni altra influenza psicologica.
Tutto ciò che sta sotto le nostre abilità comporta noia mentre ciò che sta sopra tende a creare atteggiamenti antigeni, quindi siamo intrinsecamente portati a cercare ed affrontare sfide nuove che siano alla portata delle nostre capacità e nello stesso tempo ci stimolino ad adoperarci al meglio.
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La meditazione

Nello sport sempre più importante sono la meditazione e la continua ricerca dell’equilibrio fra mente e corpo.
Le culture orientali si basano moltissimo su questi concetti attraverso varie tecniche di rilassamento, la meditazione e la contemplazione, cioè l’ascolto di se stessi. 
Phil Jackson (laureato in psicologia) ma più famoso come pluricampione NBA sia come giocatore che da allenatore, nel suo ultimo libro “Eleven Rings” parla di come abbia scoperto, finalizzato ed applicato la meditazione, il self talking, le tecniche di mindfluness per portare i propri giocatori ad un totale ascolto di se stessi per andare a costruire un grande equilibrio e poter rendere sempre al meglio. I risultati sembrano dargli ragione visto che è stato l’allenatore di Micheal Jordan ai Chicago Bulls e ai Los Angeles Lakers dove ha allenato Shaquille O’neal e Kobe Bryant. 



bibliografia:
  • (Fig. 12.6, pag 419, Psicologia Generale, D.L. Schacter, D.T. Gilbert, D.M. Wegner, Zanichelli, Bologna, 2014). 
  • Eleven Rings, l'anima del successo, Jackson P., Libreria dello sport, 2014;


Alberto Fiaschè


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